Fra Simplicio, icona del frate erborista, si raccoglie nella sua spezieria ricavata in un angolo dell’antico Convento, per applicarsi nello studio delle piante e nella lavorazione dei rimedi per la salute. Solitamente, dopo la preghiera e le piccole occupazioni religiose di fraternità, dedica un tempo mattutino per la conoscenza e la raccolta delle piante officinali e aromatiche che crescono spontanee nella Riserva naturale vicina al Convento (la “Selva”); nelle ore  pomeridiane poi si dedica alla trasformazione delle virtù delle piante in preziosi medicamenti per la salute dei frati e di tutto il popolo del paese. 

IL MORTAIO

Strumento indispensabile per il frate Speziale, il mortaio rappresenta l’utensile principe con il suo classico pestello. 
Il mortaio in pietra di fra Silvestro era utile per ogni tipo di azione per la necessità di triturare, pestare, mescolare e ridurre in polvere qualsiasi sostanza solida tratta dalle piante.

Lungo i secoli i materiali utilizzati per i mortai sono stati tra i più vari: marmo, rame, terracotta, legno…Ma è il bronzo la lega che garantisce la migliore qualità per la realizzazione di un mortaio davvero adatto al lavoro dello speziale. Il mortaio in bronzo, infatti, garantire resistenza e impermeabilità affinché le sostanze umide delle piante non siano assorbite durante la pestatura.

I VASI DI MAIOLICA

I vasi dello speziale sono delle vere e proprie opere d’arte. Già a partire dal Rinascimento sono celebri queste manifatture italiane realizzate in ceramica, rifiniti a mano, con decori a funzione ornamentale.
Il vaso speziale ha essenzialmente una funzione di custodia delle erbe essiccate, polveri, unguenti…tutti prodotti da conservare e da ritrovare in maniera facile nella bottega o nella spezieria, nel quale va riportato fedelmente il nome della sostanza o del rimedio custodito al suo interno.
Nella spezieria di fra Simplicio è possibile ammirare alcuni esemplari da collezione, per lo più in stile Albarello.

IL CANESTRO

L’origine del canestro, con materie vegetali ad intreccio (vimini, canne, paglia…), sono remotissime e risalgono ai tempi dell’antico Egitto. Canestri e ceste vegetali venivano usati anche in Grecia, Etruria e Roma, non solo per usi domestici ma erano anche adoperati per le pratiche di culto e riti religiosi.
Il frate speziale lo utilizzava per la raccolta delle erbe spontanee e officinali durante le escursioni nella selva del convento o nella vallata circostante.

IL VASO DELLE TISANE

Alcuni vasi della spezieria sono riservati per la conservazione di miscele di erbe, specialmente miscugli di tisane già composte.
L’esemplare che si può ammirare rappresenta una tipologia di vaso in ceramica, con il coperchio largo per un facile prelievo delle erbe, specifico per la conservazione di fiori di Brughiera, terreno caratterizzato da una vegetazione ricca di piante erbacee e arbustiva. Per tale importante tipologia di miscugli è stato decorato a mano, pur con una semplice cromatura e decorazione che tuttavia lo rende facilmente individuabile e dall’ornamento gradevole.

LA CIOTOLA DELLE SPEZIE

Durante la lavorazione dei rimedi naturali il frate speziale utilizza anche strumenti semplici di lavoro come ciotole, brocche, alzate o boccali…La ciotola in ceramica viene impiegata per la preparazione di tisane o miscugli con la selezione del giusto quantitativo di erbe già pesato e pronto per la miscelazione.

 

LA TINTURA MADRE

Tra i rimedi officinali più efficaci la Tintura Madre è prodotta dalla macerazione (leggi nota sopra) di un’erba fresca o una radice in una soluzione composta di acqua e alcol in una giusta proporzione a seconda della tipologia di pianta impiegata.
In questo esemplare di bottiglia in vetro si possono notare le caratteristiche principali di questo contenitore adatto alla conservazione di una tintura madre: le piccole dimensioni (in genere si impiegano gocce di tintura per singola somministrazione diluita in poca acqua), il colore scuro per evitare la degradazione delle sostanze date dall’esposizione alle fonti di luce e l’etichettatura (nome della specialità e data di produzione).

IL DISTILLATO DI VINO

 Il distillato di vino deriva dalla distillazione di un succo fermentato di uva prodotto dalla vinificazione di bianche o rosse ad una gradazione alcolica di circa 10 °C.
Dalle conoscenze mediche dei frati speziali venivano frequentemente prodotte diverse varietà di distillati alle erbe aromatiche e officinali come rimedi naturali per piccoli disturbi per lo più dell’apparato digerente. Questa tecnica era molto importante in caso di trasporto dei rimedi in luoghi dove c’era penuria d’acqua, problemi di igiene o lunghi viaggi. 
Il distillato come medicina rivitalizzante, denominata “acqua ardens” (acqua artente o che brucia) e poi ribattezzata “acqua vitae” (acqua di vite), sin dal medioevo pertanto è stato un rimedio di sicuro per ogni necessità, anche in forma di miscelazione tra le diverse tipologie. 

LAMPADA AD OLIO IN CERAMICA

La lampada ad olio in ceramica è ispirata allo stile antico romano ed era molto in uso nei conventi francescani, soprattutto nei luoghi di studio o nelle celle personali dei frati.
La luce artificiale delle lampada ad olio offrivano un’alternativa molto funzionale alla luce delle candele e davano maggiore resa nel tempo, elemento molto importante nelle occupazioni di studio o lavoro.
Il frate speziale la riempiva per 3/4 di olio naturale vegetale, ne attendeva l’assorbimento dell’olio da parte dello stoppino e infine lo accendeva dall’altra estremità. 

RAMETTO DI SALVIA ESSICCATA

Anticamente era abitudine comune appendere rametti di piante in luoghi freschi e ventilati per essiccarle e conservarne le qualità naturali.

Anche nella sua spezieria fra Simplicio appendeva rametti di salvia o rosmarino per l’uso proprio dell’attività erboristica, raccolti nel proprio orto del convento o nella vicina selva della riserva naturale. Si faceva molta attenzione a raccogliere le erbe medicinali ognuna nel proprio tempo di massima ricchezza di principi vitali presenti (tempo balsamico). 

ANFORA PER L’OLIO

 “Esser portato da entrambe le parti” è il significato del vaso di terracotta con due manici che porta il nome antico in greco, tradotto in latino “amphora”. 
Questo prezioso strumento di trasporto in forma affusolata e globulare serviva per la conservazione di prodotti alimentari liquidi come il vino, l’olio, il miele…
Nella spezieria se ne conserva un antico esemplare.